Esattamente come i simulacri di plastica e filo di ferro in vendita nei supermercati, anche gli alberi che appaiono nelle piazze storiche di grandi città e piccoli paesini sono – alla fine – finti: poveri esseri morenti le cui braccia spezzate vengono riavvitate per fare spettacolo.
So perfettamente che l’industria della silvicoltura funziona sulla rotazione di alberi che vengono messi a dimora, cresciuti, abbattuti esattamente come se fossero dei maialini da allevamento; lo so e non ne sono stupito, ma penso che questa tradizione ripeta un messaggio sbagliato: che possiamo sfruttare la natura ed estrarne le ricchezze a nostro piacimento, non per soddisfare dei bisogni essenziali ma per toglierci dei capricci.
Forse la sto facendo un po’ troppo pesante per almeno una parte di chi mi legge, ma la mia sensazione è questa.