Su Twitter, Federico Bosco scrive:
Comunque lo vorrei vedere un paese europeo con 200 ostaggi nelle mani di un “gruppo radicale” come Hamas. Uno qualsiasi, senza neanche fare il calcolo in rapporto alla popolazione. Chiedere agli israeliani di prenderla con filosofia senza offrire soluzioni è facile, e inutile

Ecco, ahimè ho l’età per ricordare quando tra gli applausi generali (radicali esclusi) le nostre regole sono state bombardate per spazzare via il terrorismo interno: tutto è nato da lì, con le leggi speciali, la cultura dei pentiti, le regole di ingaggio ai posti di blocco, il silenzio su quel che succedeva nelle caserme e nei bracci delle carceri e via così, e tutto questo per reati che tutti assieme erano una frazione di quelli compiuti un giorno solo da Hamas.
È solo da ricordare che “dopo” nulla è stato più uguale a “prima”: in una spirale infinita di imbarbarimento del diritto penale – anzi del diritto tout court – siamo passati in breve dalla “guerra al terrorismo” alla “guerra al crimine organizzato”, con i maxi processi, le retate un tanto al chilo, le carriolate di innocenti incarcerati in un colpo solo dal caso Tortora in poi e ora al vezzo di ogni proporre ogni porcheria sempre e comunque (basta pensare alle norme sulle intercettazioni).
Lo dico da decenni: guardiamoci allo specchio e chiediamoci cosa sarebbero diventate le nostre democrazie se avessimo dovuto affrontare quello che ha affrontato la democrazia israeliana per decenni, immaginiamo solo quali abissi avremmo scavato e poi vergogniamoci preventivamente.