Molto prima del negazionismo su SARS-CoV-2 e Covid ho visto il negazionismo sull’HIV, l’AIDS e le terapie antiretrovirali.
Mi sono trovato a discutere con gente che, non sapendone nulla, sproloquiava su una malattia che “non poteva essere saltata fuori all’improvviso” (e infatti non lo era) e “sicuramente era stata creata in laboratorio”, con altra per cui l’AIDS non c’entrava nulla con l’HIV e altra per cui era tutta una fola per vendere farmaci altamente tossici eccetera.
Era angosciante, perché di fronte a te c’erano persone intelligenti, spesso con qualcosa in più della seconda media superata coi bollini del supermercato, che rifiutavano l’evidenza perché scomoda o perché voleva dire una diagnosi che ti cambia la vita.
C’erano persone che si intruppavano in gruppi internet di negazionisti in cui meccanismi terribili di automotivazione spingevano a non proteggersi, non assumere le terapie, rifiutare la realtà di patologie opportunistiche evitabilissime, morire come in un rito sacrificale a un dio crudele.
C’era addirittura in Italia un professore universitario di biologia (non scienze delle polpette) a Firenze che negava la relazione causale tra HIV e AIDS, faceva laureare i suoi studenti con tesi negazioniste e vendeva yogurt miracolosi, il tutto nel silenzio del suo ateneo fino a che un gruppo di malati ha fatto scoppiare il bubbone e il professore ha dovuto fare le valigie per continuare i suoi affari lontano dall’Italia…
Quando è arrivato il Covid, questo incubo che oramai da qualche anno s’era ridotto è tornato con gli stessi meccanismi perché è proprio vero che “se è successo una volta può ripetersi”, e mi sono ritrovato di nuovo a fare gli stessi ragionamenti, ad affrontare le stesse obiezioni…
Oggi queste dichiarazioni riaprono la ferita, perché è proprio così: la propaganda negazionista funziona così che si tratti di HIV, Covid o Shoah; è un turpe sistema di comunicazione, denaro e politica. Non c’è nulla di innocente nelle dinamiche del negazionismo: i leader ci campano, chi vendendo intrugli, chi fatturando consulenze, chi vendendo libri chi prendendo soldi da soggetti interessati a destabilizzare (illuminante e ben documentata la storia della “disinformatia” sovietica sull’AIDS), chi facendo galleggiare i propri consensi elettorali.
La cosa più tragica è che nessuno impara. Mai.