Per carattere non riesco a essere fan di nulla, l’idea di esaltarmi per qualcuno mi lascia perplesso, poi la mia attenzione è discontinua per cui quegli elementi di ossessività dell’essere “fan” (ricordare la discografia, andare ai concerti, conservare memorabilia) proprio mi sono innaturali.
Inoltre, del rock non me ne frega niente, non credo sia la cosa più buona accaduta al genere umano dall’invenzione dell’elettricità e in generale mi approccio alla musica come a un consumo.
Si comprenderà che l’entusiasmo di taluni intorno a Damiano Comediavolosichiama e ai suoi colleghi di schitarrate per me sia una cosa esotica.
Allo stesso tempo però apprezzo il fatto che questi ragazzi si stiano costruendo la loro strada: non fanno del male a nessuno, suonano, piacciono a molti e che i Måneskin pagano le tasse in Italia, per il momento.
Perché così in tanti si sentono in dovere di detestarli?
Non sono “grandi” come Mick Jagger o quelle piattole dei Beatles? Davvero?
Queste cose mi ricordano la generazione per la quale la musica finiva con Claudio Villa.
Sono diversi, vengono sessant’anni dopo Mick Jagger, due intere generazioni, Jagger potrebbe essere il loro bisnonno. E cantano per un pubblico che, tendenzialmente, non è nostalgico di Claudio Villa.
C’è musica per tutti, e la sua funzione è intrattenere, ognuno sceglie la sua e se la gode.
Smettetela di rompere l’anima al prossimo.