Invano cerchi tra la polvere,
povera mano, la città è morta.
È morta: s’è udito l’ultimo rombo
sul cuore del Naviglio. E l’usignolo
è caduto dall’antenna, alta sul convento,
dove cantava prima del tramonto.
Non scavate pozzi nei cortili:
i vivi non hanno più sete.
Non toccate i morti, così rossi, così gonfi:
lasciateli nella terra delle loro case:
la città è morta, è morta.*

 

Sono figlio di un’epoca in cui i testimoni della Seconda guerra mondiale erano ancora vivi e raccontavano le cose per come stavano.
Una guerra orribile scatenata da dittature orribili era finita da pochi decenni, gli alleati avevano vinto soltanto perché avevano più armi e le hanno usate con generosità.

Fintanto che non ci siamo completamente rincoglioniti e l’idea malsana che le azioni non abbiano conseguenze non hanno iniziato a diffondersi, è sempre stato a tutti chiaro che la cancellazione di intere città tedesche dalla cartina geografica non era colpa del caso, ma del fatto che la Germania aveva scatenato la guerra e non c’era alcuna ragione perché un solo soldato alleato in più morisse senza avere fatto prima tabula rasa del nemico.

Nel nostro piccolo, a Milano, dove sono nato e abito, a poche centinaia di metri dal mio asilo e dalla mia prima scuola elementare c’è la statua che vedete: ricorda le vittime del bombardamento alleato su una scuola del quartiere Gorla di Milano: 184 bambini, 19 docenti, la direttrice e 5 membri del personale della scuola elementare “Francesco Crispi”, i martiri di Gorla erano civili per davvero, non come va di moda oggi. La loro scuola è stata rasa al suolo dai bombardieri americani del 451° Bomb Group USAAF.

Con tutte le lacrime che potremo mai versare per questi bambini e per il personale della scuola, la colpa della loro morte è di Benito Mussolini che ci ha trascinati in una guerra vergognosa al fianco di un alleato infame, del Re e di tutti i fascisti italiani.

Non un solo morto italiano della Seconda guerra mondiale può essere sottratto alla responsabilità di chi ha trascinato la Patria in quella vergogna.

 

Valeva per noi italiani, è valso per gli austriaci e per i tedeschi, vale per gli abitanti della città di Gaza, vale per i russi che abitano in prossimità del confine ucraino; le azioni hanno conseguenze, quando scateni una guerra, quando non ti opponi a una guerra devi sapere che può finire in questo modo: il vento gira e la morte plana sulla tua casa.

 

Siamo circondati da regimi infami che pretendono che noi si accetti di lasciarci massacrare, in modo da poter poi massacrare liberamente anche i propri cittadini; questo è tutto il riassunto della situazione, alcuni lo hanno compreso e non hanno intenzione di farsi massacrare, noi europei, noi italiani in particolare, un po’ meno.

La storia degli ultimi cento e passa anni ha già mostrato in maniera convincente che, mentre le democrazie possono mettere una pietra su decenni se non secoli di guerre e costruire qualcosa di nuovo, qualunque appeasement con qualunque regime non democratico è scritto sul letame e sarà tradito dopo poco tempo e il prezzo che sarà pagato per aver creduto in quegli accordi sarà terribile.

Hamas deve essere spazzata via dal territorio del Medioriente e dalla storia dell’uomo. La Russia deve essere sconfitta una volta per tutte.  Una volta per tutte il mondo deve convincersi che nessuno ha il dovere di lasciarsi ammazzare solo per non turbare le “coscienze” di chi si illude che la guerra possa restare lontana dal quartiere di Gorla.

 

 

*Salvatore Quasimodo: Milano, agosto 1943