Le prime pagine dei quotidiani di un qualsiasi giorno a caso inquadrano molto bene lo stato drammatico di questo Paese: tolte quel paio di testate così ipocrite da cercare di mantenere una patina di equilibrio, anche se sappiamo tutti molto bene che sono schierate pure loro, e come se lo sappiamo, il resto dei quotidiani è scatenato.

Guardando a sinistra, da Repubblica in poi, non c’è giorno in cui al lettore non appaia chiaro che Giorgia ha scatenato le sue squadracce per andare a replicare la notte dei cristalli davanti alle sedi del partito democratico oppure direttamente alla Corte costituzionale o, come nel caso, al Quirinale; tutto ciò mentre a destra risponde un opposto squillo di tromba, con Giorgia che da sola eroica oppone il petto, e che petto, alle orde guidate dalla turcomanna Nully Schlein.

Ma torniamo a parlare degli “allarmi democratici” di “Repubblica” e compagnia: il senso del ridicolo di questa gente è completamente inesistente, il peggio è che grazie ai loro quotidiani allarmi antifascisti e tutte le altre scemate con cui ci ammorbano dalla fine dei governi del CLN (lo so, Repubblica è più giovane, ma la stampa e gli intellettuali engagé ci sono da sempre), oramai l’opinione pubblica è completamente anestetizzata: arrivasse Mussolini non lo noterebbe nessuno.
Dal punto di vista odierno è inevitabile: se il numero dei tuoi lettori e degli elettori della tua parte politica scende giorno dopo giorno, sei costretto a lanciarti sull’hardcore, a fare titoli sempre più esagerati, è fondamentale, perché la stampa campa di entrare legate al numero di lettori mentre la politica diventa una corrida se gli elettori si riducono così tanto da rendere fondamentali anche spostamenti di frazioni di punto percentuale, ragione per cui ogni rutto delle idee oramai trova almeno un seggio assicurato…
Così, ogni giorno il teatrino della stampa e della politica mette in scena il Grand Guignol, l’unico modo rimasto per attirare non più lettori ed elettori, ma i pochi militanti rimasti e compattarli, per risvegliare l’attenzione e sperare che qualcuno, coinvolto fino alla sua ultima fibra nella lotta contro il ritorno dei fascisti oppure convinto nel più profondo del cuore che la patria vada difesa contro il gender e contro gli adoratori di Bafometto spenda il suo paio di euro in carta igienica tutti i giorni oppure faccia la fatica immane di andare alle urne, rinunciando ancora una volta a ingrassare le file del non voto
Certo, premesso che il crollo delle tirature e il fenomeno dell’astensionismo sono globali, forse nella dimensione che hanno assunto in Italia bisognerebbe chiedersi se non abbia contribuito il generale disprezzo da cui politici, giornali e giornalisti (spesso tutti intorno alla stessa porta girevole) sono circondati. Mentre per pietà di Patria non diciamo nulla sui politici, ricordiamo solo che uno dei due quotidiani che fanno finta di essere non di parte, “equilibrati”, era storicamente chiamato nella città di pubblicazione “la bugiarda”. Cosa aggiungere?