Con l’arrivo di IT-ALERT, una nuova follia ha iniziato a serpeggiare: il complotto del Cell Broadcasting.
Guardate bene la data nell’immagine: 14 settembre 1999, esattamente 24 anni fa.
È la data di rilascio di questa versione del manuale del mio glorioso Siemens S25, un cellulare bellissimo e all’avanguardia per i tempi… in 2G.
Quel cellulare aveva già il servizio di Cell Broadcasting; provai ad attivarlo perché il sistema prevedeva non solo gli alert di massa, ma la possibilità di ricevere informazioni sulla zona dove ci si trovava: non ricevetti mai un messaggio che fosse uno, la compagnia telefonica non attivò mai il servizio Cell Broadcasting, ai tempi questa chicca funzionava giusto in Giappone.
Dopo essere rimasto dormiente per due decenni nei nostri telefoni, il servizio di Cell Broadcasting si sveglierà anche in Italia (ed è ancora in corso di attivazione in diversi paesi europei), per segnalare emergenze circoscritte a singole parti del territorio.
Si tratta di un servizio automatico anonimo senza conferma di ricezione: ogni telefono nel raggio d’azione delle centrali interessate riceve lo stesso messaggio e attiva la suoneria, è come se per qualche istante ogni telefonino si comportasse come una radio portatile che riceve lo stesso programma su ogni frequenza.
Il Cell Broadcasting è una tecnologia molto semplice proprio perché il suo scopo è mandare messaggi di allarme in zone specifiche a tutti i dispositivi che possono riceverlo, l’obiettivo è raggiungere il maggior numero di destinatari nel minor tempo possibile, fatto quello lo scopo è raggiunto.
Quindi, per favore, se il neurone impazzito vi sta suggerendo l’ennesimo complotto incredibile (nel vero senso della parola) ai vostri danni, prendete il vostro seroquel® e smettetela con i deliri.
Nessuno si inventa una “nuova tecnologia” per spiarvi: dove è il vostro il vostro telefonino le compagnie telefoniche lo sanno dai tempi del Nokia 3310; se proprio qualcun volesse impicciarsi di dove siete è più facile che lo Spirito Santo si accorga di voi quando entrate nel campo di un’antenna di Radio Maria, anzi speriamo che si accorga di voi e che faccia qualcosa per questi problemi che avete.