Comprendo che davanti al rosario di disastri che si sta sgranando ininterrotto in questo decennio, l’HIV possa sembrare, nonostante i trentacinque milioni di morti e altrettanti contagiati in vita, meno attuale, però guardando ieri sera questo spot in corso Vittorio Emanuele a Milano un po’ sono rimasto perplesso.  Siamo giunti alla comunicazione ermetica ed esoterica direi, riservata agli iniziati, ai quali in fondo questo spot non serve.

Oggi ci racconteranno che il virus arretra, ed è vero, ma non è merito nostro: è “solo” che circa l’80% dei contagiati è in terapia con farmaci potentissimi in grado di rendere il virus innocuo per la persona ospite e per chiunque altro e che un certo numero di persone ricorre alla profilassi farmacologica (la PrEP) quando decide di fare sesso senza profilattici (imploro i miei lettori di non fare gli scandalizzati: non c’è nessuno sulla terra che abbia sempre fatto sesso col profilattico al di fuori di una “relazione monogama stabile e fedele”).

Siamo indietro, tremendamente indietro: se la società “civile” non fosse così ottusa e la politica non fosse la sua esatta rappresentazione avremmo archiviato la pratica HIV da tempo, testando per tutte le malattie sessualmente trasmissibili chiunque entri in un ospedale e offrendo subito la terapia a chiunque risultasse positivo.  Con questa strategia terremmo sotto controllo tutte le MTS e i 1700 e passa nuovi contagiati (chissà se dobbiamo credere a questi numeri) del 2021 sarebbero diventati già poche centinaia, ma dobbiamo raccontarci tutti le balle, dare ascolto ai pifferai di ogni sorta e celebrare stancamente una tragedia collettiva che da qualche anno almeno si potrebbe fermare…